Le ghette sono un accessorio di abbigliamento che protegge i polpacci. Si differenziano dagli stivali perché non comprendono la scarpa ma solo il gambale. Vengono utilizzate nei campi dove è necessaria la protezione del polpaccio come negli sport invernali, nell’equitazione, nella caccia. Hanno il vantaggio di poter essere messe e tolte senza interessare la calzatura, applicate quando sono necessarie e riposte quando non servono.

Si diffusero alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente con le invasioni dei barbari che le portavano per proteggere le gambe quando cavalcavano.

Venivano usate dai soldati, contadini e lavoratori per proteggere il polpaccio e per impedire ad acqua, neve e fango di infilarsi nelle scarpe. Come fasce di tessuto resistente chiamate mollettiere facevano parte delle divise di fanteria. Rimangono ancora oggi come equipaggiamento bellico e nelle divise da parata ed anche nei costumi sardi o nei butteri toscani.

Come detto venivano usate nelle divise militari, soprattutto da parata, ma si diffusero tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX come accessorio di moda maschile. In questa versione, chiamate uose, le ghette erano basse, realizzate in pelle morbida, spesso di colore bianco e chiuse con una fila di bottoncini. Con l’aggiunta del cappello a cilindro e il bastone da passeggio, divennero segno distintivo di eleganza delle classi superiori fino alla prima guerra mondiale.