Se si parla di Balboa, non si può non parlare dei luoghi che ne hanno visto l’origine, in quanto, più di ogni altro ballo della Swing Era, esso è strettamente legato al territorio di provenienza, vuoi per il nome, vuoi per le motivazioni che spinsero i ballerini a lanciarsi in questo peculiare stile di ballo.

Fin dagli inizi del ‘900 la penisola di Balboa e in Particolar modo Newport Beach era meta di svago soprattutto per la balneazione, cominciarono così a nascere numerosi luoghi di ritrovo, soprattutto per le giovani generazioni che cercavano spazi dove ballare durante le vacanze.

Nacque così nel 1928 il Rendezvous Ballroom una enorme sala da ballo di più di 1.100 metri quadri solo di pista, senza contare la balconata e il mezzanino. Il locale poteva ospitare più di 1.500 coppie, ma nei periodi di maggior affluenza era difficile trovare uno spazio per ballare tanto il locale era affollato, così, su quella pista, prese campo il Balboa, adatto a ballare negli spazi affollati.

Per tutti gli anni trenta il Rendezvous divenne punto di riferimento e meta vacanziera di migliaia di giovani ballerini e dove andavano i ballerini, naturalmente, seguivano ruota i musicisti che prediligevano il locale nei loro tour sulla West Coast, infatti le maggiori Big Band allietavano le nottate del Rendevous, nomi ben conosciuti nel mondo dello Swing: Harry James, Artie Shaw, Tommy Dorsey, Jimmy Dorsey, Gene Krupa, Woody Herman, Lionel Hampton, Benny Goodman, Charlie Barnete, Les Brown e tanti altri.

Il locale vantava le feste più imponenti di tutti gli States, in particolar modo le Bal Weeks, vere e proprie maratone d i ballo, nate per festeggiare la fine dell’anno scolastico, potevano durare fino ad una settimana intera. In queste occasioni si avvicendavano sul palco i migliori musicisti e si potevano veder ballare i più scatenati ballerini dell’epoca: la sala da ballo Rendezvous si aggiudicò così il titolo di Queen of Swing.

Il Rendezvous rimase un punto di riferimento anche dopo la Swing Era, diventando luogo di aggregazione per surfisti e amanti del Surf Rock che potevano ascoltare nel locale i concerti del celebre Dick Dale.

La storia del Rendezvous si concluse nel 1966 quando un incendio lo rase al suolo, purtroppo non venne più ricostruito.

Altra sorte invece toccò al Balboa Pavillion, costruito, su una piattaforma galleggiante,  nel 1906 come terminal della Pacific Electric Railway, divenne sala da ballo solo nel 1923, dopo essere stato: un ufficio postale, un barbiere e un luogo dove affittare barche da pesca e costumi da bagno (attività che svolge tutt’ora).

Il Pavillion aveva un particolare che lo contraddistingueva da le altre sale da ballo: la pista veniva circondata con una corda in puro stile marittimo, per oltrepassare la corda ogni coppia doveva avere un gettone di nickel  che poteva acquistare da molti rivenditori sparsi nei dintorni, alla fine della performance musicale la corda veniva aperta e la pista svuotata e per ballare nuovamente dovevi avere un altro gettone.

Il Pavillion, al pari de Rendezvous, ospitava le maggior big Band dell’epoca e i due locali, a pochi isolati l’uno da l’altro, si contendevano i nomi più altisonanti per animare le serate; oltre che sui musicisti, la sfida verteva anche sulla popolarità, ma dato che la zona era diventata un punto di aggregazione per i giovani  questi preferivano il Rendezvou, perché era più grande, più affollato e gratuito, ma il Pavillion manteneva comunque una forte attrattiva, in quanto al piano superiore si poteva giocare d’azzardo.