Piet Mondrian non ha creato solo dipinti con righe nere e riquadri colorati ammirati nei musei di arte contemporanea e nei salotti un po’ freak, ma simboleggia il passaggio dalla scuola de L’Aia e dal Simbolismo all’Impressionismo, fino al Cubismo. La sua ricerca della bellezza è fortemente rappresentativa e solo a Parigi la sua esecuzione si dirige verso Puntinismo e Cubismo, con l’inizio dell’uso dei colori primari e la scarnificazione dei soggetti, fino alla pura rappresentazione astratta, con macchie di colore sempre più dense, fino a ricompattarsi in riquadri geometrici.

Quando anche i riquadri neri nei quali depositare la tinta vennero meno, il colore prese la giusta via di fuga verso la pluricomplanare realtà circostante. A New York, città che Mondrian abbracciò facendosi plasmare dalla vivace ritmicità del luogo, creò “New York City”, “Broadway Boogie Woogie” (BBW) e “Victory Boogie Woogie” (VBW), rendendo così onore ai movimenti musicali e artistici della città, e disegnando il definitivo passaggio dall’astrattismo geometrico al superamento dello spazio come limite della realtà. Ogni singolo punto, tanto in BBW, quanto dell’inconcluso VBW, è unico e imprevedibile, ma, allo stesso tempo, parte integrante di un unicum, nel quale tutti gli elementi sono condotti all’interno di un ritmo universale, dove il giallo, predominante, lascia presagire l’intensità dei rossi, dei blu e dei grigi sottostanti come un ritmo che diventa armonia.