Ciao Bellezza!

Titolo originale The Powers Girl – Diretto da Norman McLeod – Usa 1943

Nel 1923 John Robert Powers fondò una scuola e agenzia per modelle che negli anni portò alla ribalta (e continua tutt’oggi a farlo) tra le più famose attrici, modelle e show girl degli States, basti pensare a nomi come Grace Kelly, Betty Ford e Jane Fonda; ma fu proprio negli anni ’40 che scoppiò una vera e propria febbre per diventare una “Powers Girl”.

In questo contesto si svolge il film: la storia racconta in modo scanzonato della rivalità di due sorelle: Kay (Carole Landis), vanitosa ed egoista che vuole a tutti i costi diventare una modella, ed Ellen (Anne Shirley), ingenua e solare che ha intrapreso una carriera come insegnante di musica. Le due durante lo svolgersi della pellicola si contenderanno la celebrità e soprattutto l’amore per Jerry (George Murphy), talentuoso fotografo ma alquanto pasticcione. Tutto l’andamento della trama si basa, in maniera piuttosto riuscita, su sotterfugi e cambi di fronte: Ellen vuole davvero fare la modella o è solo una vendetta verso la sorella? Kay è davvero innamorata di Jerry o è a sua volta intenzionata a sottrarre l’amore a Ellen come lei le ha sottratto la carriera? E infine, Jerry è davvero in buoni rapporti con John Robert Powers o è tutta una menzogna per ingraziarsi la bella Ellen?

Quello che però è davvero importante della sceneggiatura del film è come la parte musicale si interseca con le vicende dei protagonisti; le scene principali del film si svolgono mentre suona niente meno che Benny Goodman e la sua orchestra.

Il film si apre con le note del Clarinetto di Benny che intona “rain or shine”, durante una pioggia battente, e proprio mentre una folla di ballerini si scatena a colpi di Lindy Hop (Hollywood style ovviamente) Jerry scatta delle foto compromettenti, per l’epoca, a Ellen che in realtà era lì perché disturbata dalla performance di Benny; fatto che diventerà l’incidente scatenante di tutto il film. Vale la pena soffermarsi su altri due aspetti di questa scena, il primo è che fra i ballerini spiccano Dean Collins e Jewel McGowan che ballano addirittura reggendo un ombrello; il secondo riguarda la costruzione della sequenza di ballo: l’inquadratura comincia con un piano stretto su alcune coppie di ballerini che danzano senza una coreografia precostituita ma, a mano a mano che l’inquadratura si allarga, le varie coppie, con molta naturalezza, passano una routine corale, tornano poi a ballare liberamente quando l’inquadratura si stringe di nuovo.

Lo snodo cruciale della trama si svolge al party organizzato dall’agenzia Powers, durante il quale Kay cercherà di sedurre Jerry, ma in realtà lo farà solo ubriacare, Ellen, però, ne rimarrà scioccata quando, chiamando Jerry nel suo appartamento, sentirà rispondere la voce di Kay; tutta la serata sarà scandita dall’orchestra di Benny accompagnato alla voce dall’allora artista radiofonico Dennis Day che interpreterà “Out of This World” e “Three Dreams”.

Lo strappo causato da Kay fra Ellen e Jerry si ricucirà soltanto alla fine quando ci metterà lo zampino ancora una volta Benny Goodman, il quale organizzerà una festa di saluto per Jerry, che nel frattempo ha ricevuto la chiamata alle armi, alla quale Ellen si presenterà con un facoltoso bell’imbusto per far ingelosire Jerry e strapparlo dalle mani di Kay; l’incontro fra i quattro si svolgerà mentre sul palco Peggy Lee canta l’emblematica “The Lady Who Didn’t Believe in Love’s in Love”.

Infine è interessante notare come durante tutto il film svariati ballerini, tra i quali lo stesso Jerry, si auto definiscono “Jitterbug”, appellativo non troppo decoroso che i ballerini di colore avevano appioppato ai ballerini bianchi.

A questo punto non resta che guardare questo film, buona visione.